In questo articolo parleremo dei software container. Se ne sente spesso parlare in ambito informatico e sembrano, con tutto diritto, entrati a far parte delle nuove tecnologie,
ma cosa sono esattamente?
Immaginiamoci dei container metaforici o per meglio dire, virtuali. Sono parte dell’ultima frontiera di Cloud. Sono stati appositamente studiati per ricreare un ambiente a se stante che possa servire all’occorrenza per inscatolare un programma o un’applicazione per poi utilizzarla al momento opportuno. E’ come se fossero librerie leggerissime in cui trovare file e tutto ciò che il nostro lavoro necessita. Molto utilizzati nell’ambito smart working, sono un mezzo di lavoro che offre:
- portabilità
- velocità
- ottimizzazione dello spazio
- miglior metodo di processione dati
Si citava poco fa il lavoro da remoto, modalità ultimamente molto utilizzata da uffici e società. Spesso accade che documenti e file non possano essere archiviati facilmente all’interno dei dispositivi di ogni collaboratore ed è così che entra in gioco questo nuovo utilizzo di Cloud. Anche i programmi stessi, come accade spesso, non possono essere ogni volta installati e disinstallati ma vengono utilizzati attingendo ad appositi spazi come appunto i Container.
Quali possono essere i risvolti negativi di queste nuove tecnologie?
Essendo spazi per così dire esterni dalla zona in cui siamo abituati normalmente ad operare, file e documenti potrebbero correre il rischio di essere attaccati da malintenzionati del web: hacker e simili. Questo problema si pone però sono in caso di deficit e vulnerabilità di sistema.
L’importanza di un buon software gestionale sicuro e protetto eliminerà qualsiasi inconveniente. Questo passaggio è ovviamente dettato anche dalle policy di ogni azienda. L’importante è, come per tutti gli ambienti informatici, avere una maggior attenzione su porte ed accessi per eliminare il più possibile qualsiasi rischio.
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